di Filippo Salatino
Un’iniziativa bella e anche giusta». Così sinteticamente il magistrato Domenico Airoma ha definito il “Punto Famiglia”, operativo nella sede Acli di Cosenza (via Medaglie d’Oro) e che, oltre alle attività di Patronato e Caf, offre servizi di segretariato sociale, consulenza legale, mediazione familiare e a favore delle famiglie immigrate e/o miste, sostegno delle competenze genitoriali.
Insieme al nuovo “Osservatorio Sociale“, il “Punto Famiglia” è stato presentato nei giorni scorsi in un convegno inserito nelle festività in onore di S. Giovanni Battista nella parrocchia omonima.
Dopo i saluti del parroco mons. Pier Maria Del Vecchio e del presidente provinciale aclista Pierino Fallico, il responsabile regionale dell’Osservatorio Sociale, Antonio Tiberi, ha chiarito che servirà a raccogliere informazioni per formulare politiche sociali che diano frutti concreti e una solida base culturale ad azioni pro-famiglia ed interventi sulle nuove povertà. Inoltre a far comprendere ai cittadini quali sono i propri diritti e come farli rispettare nella pratica burocratica quotidiana. Il “PF” sarà un collante fra cittadini, associazionismo ed istituzioni.
Il presidente regionale aclista, Saverio Sergi, ha paragonato l’iniziativa, nel quadro di quelle tradizionali, agli alberi le cui «Radici ben piantate danno forza al tronco e i rami sono “antenne“ che gettano uno sguardo nella società per offrire un legame forte di condivisione delle esperienze nei territori e praticare una compassione superiore alla “semplice” solidarietà. Non a caso si chiamano “Punto Famiglia” perché da sempre sosteniamo e partecipiamo a Scienza e Vita, al Forum delle associazioni familiari ed al Family day, proponendo i valori non negoziabili indicati dai nostri pastori».
Il magistrato Airoma ha chiarito che «In accordo coi princìpi della “famiglia spirituale e sociale” del movimento cattolico, cui le Acli ed Alleanza Cattolica (di cui sono esponente), fanno parte, bisogna fuggire dalla tentazione di concepire tali azioni, a sostegno di necessità anche materiali, come meramente assistenziali perché non è vero. La famiglia viene prima dello stato, ognuno viene al mondo grazie ad un padre ed una madre e lo stato deve riconoscere i diritti primari delle famiglie e sostenerle».
Per il dirigente del Settore Politiche Sociali della Regione, Geppino Altomare, «Il nostro Dipartimento “Lavoro, Formazione, Politiche della Famiglia”, sta cercando di dare risorse alle famiglie che accudiscono persone con problemi, come minori a rischio e disabili; l’assistenza, che passa dai comuni, è a favore della famiglia ma non è semplice perché c’è una certa cultura che la penalizza. Nella ristrettezza di risorse, la Regione vuol dare visibilità al ruolo delle famiglie (si è costituito l’Albo delle Associazioni) e concretezza alla legge del 2004, purtroppo abbiamo verificato che il tentativo è stato frustrato ed i fondi sono stati tagliati. La proposta delle Acli merita attenzione e la Regione è favorevole ad un confronto su basi concrete».